martedì 21 gennaio 2014

Le tradizioni dello Yoga: Raja Yoga

Raja Yoga significa “Yoga regale”: esso è considerato la tradizione principale, più compiuta, dello Yoga, la sua forma classica.
E' di fatto la tradizione in cui le metodiche psicologiche presentano il maggiore sviluppo ed una forma propriamente scientifica.
Il Raja Yoga è probabilmente derivato da un’analisi e da una rielaborazione scientifica dei processi indotti dal Kriya Yoga, le quali hanno condotto all’eliminazione del ricorso alla religiosità e, attraverso un percorso nettamente laico, alla costruzione di un itinerario percettivo culminante in una trance estatica ancora più profonda ed estraniante.
Il Raja Yoga richiede infatti sedute particolari ed uso di metodiche specifiche, nonché una pratica costante e protratta nel tempo.

Le metodiche del Raja Yoga sono otto:

  • due comportamentali, Yama (astensione dalla violenza, dalla falsità, dal furto, dalla lussuria, dall’avidità) e Niyama (purezza, contentamento, frugalità, introspezione e dedizione alla divinità);
  • due corporee, Asana (positura del corpo) e Pranayama (sospensione progressiva dell’atto respiratorio);
  • quattro specificamente psichiche, Pratyahara (inibizione delle percezioni sensoriali), Dharana (concentrazione percettiva su un unico oggetto), Dhyana (presenza percettiva di un unico oggetto), Samadhi (processo della trance estatica).
Le metodiche psichiche costituiscono, secondo questa tradizione, lo Yoga vero e proprio: «I tre processi  mentali della dharana, del dhyana e del samadhi costituiscono lo yoga vero e proprio; i cinque precedenti anga, possono considerarsi meramente propedeutici.»

Il suo obiettivo è l’induzione dello stato di estasi (Kaivalya), in quanto culmine del processo samadhico o di trance.

Tratto da:
G. C. Giacobbe - La psicologia dello Yoga


Nota: ho cambiato l'impaginazione ed aggiunto il grassetto per facilitare la lettura.

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