lunedì 9 settembre 2013

Il secondo stadio dello yoga: NIYAMA

Niyama, secondo stadio dello yoga, comprende le cinque caratteristiche fondamentali che stanno alla base della pratica yoga. Queste caratteristiche forniscono il carburante che mette in moto e guida lo yogin lungo il suo cammino. Indicano l'atteggiamento che adottiamo nei confronti di noi stessi.
Sauca: purezza, pulizia. Ha un aspetto esterno e uno interno. Il corpo va nutrito con cibi salutari, deve essere una fonte di forza e di energia. La purezza mentale viene perseguita con la pratica di yama. La purezza dell'agire giunge quando la mente e il corpo sono completamente assorti nel proprio compito; non c'è separazione tra attività fisica e mentale. Esercitarsi nelle pratiche yoga serve a ben poco se lo si fa con mente assente o desiderando di essere altrove.
Samtosa: contentamento. La capacità di accontentarsi di poco è essenziale nello yoga. Invece di lamentarci per qualcosa che non va, accettiamo ciò che è accaduto e impariamo da esso. Se non ci accontentiamo non riusciremo a darci la motivazione necessaria per creare quel silenzio e quella tranquillità essenziali nella pratica yoga.
Tapas: impegno. Tapas è tutto ciò che facciamo per mantenere il corpo in forma. Letteralmente significa "scaldare il corpo" e, così facendo, purificarlo. Le pressioni e le distrazioni della vita sono così forti e frequenti che i loro effetti non possono essere evitati in altro modo che correggendo continuamente la direzione della nostra consapevolezza perché non devii dal presente.
Svadhyaya: conoscenza di sé, indagine, avvicinarsi a qualcosa. Cioè studiare sé stessi. Lo yoga invita a leggere i testi antichi perché abbiamo bisogno di punti di riferimento. Gli Yoga Sutra di Patanjali possono aiutare.
Isvarapranidhana: la resa,deporre. Arrendersi ai metodi dello yoga. Con la regolarità della pratica questa resa diventa sempre più naturale, anche la preoccupazione di costruirci sicurezza e felicità.

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